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Renzi se n’è ghiuto e soli ci ha lasciato

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Eh, Renzi se n’è andato, e noi siamo qui a far battute e stappar bottiglie. Certo, ce lo spieghiamo con la natura dell’uomo, narciso e vendicativo, pare, certo antipatico e azzardo pure un po’ stronzo. Però sono di quelli che pensano che le separazioni siano spesso cariche di rancori, ambizioni e miserie umane, ma non si spieghino mai solo con quelle. Quando si parla di partiti, anche la politica ha un suo valore, quasi sempre. Quindi provo a prenderlo sul serio, il progetto del Matteo: diventare il Macron italiano. Una proposta politica rivolta a un elettorato educatamente liberale in economia, pacatamente progressista in ambito diritti civili, seriamente spaventato dai sovranisti e dalle plebi che li seguono. Beh, è il ritratto di una parte non piccola dell’elettorato PD, e si capisce perché là dentro non siano tranquilli per niente. In fondo Macron ha fatto proprio quello, ha prosciugato il Partito Socialista da cui era uscito. I sondaggi attuali dicono che lo spazio per una operazione politica è modesto, ma sono appunto “attuali”, e ci hanno insegnato che quando c’è un nuovo protagonista sulla scena le cose possono cambiare anche parecchio.
E allora il PD ? Starà lì a farsi infilzare ? I balbettamenti di questi giorni, in cui si spergiura di non essere un partito di sinistra, che il PD è il vero luogo dei moderati e via così fanno capire quanta paura ci sia. Certo, dicono in tanti, il PD avrebbe l’occasione per provare a diventare una forza di sinistra, moderna per carità, ma comunque di sinistra, che prova a dare risposta a chi è con l’acqua alla gola e si sfoga votando la Lega, e spesso anche i Cinque stelle. Persino a quelli che grufolavano sul prato di Pontida, arrivo a dire.
Ma è possibile che a farlo sia un gruppo dirigente che, salvo lodevoli ma impotenti eccezioni, ha smesso di essere di sinistra da vai a sapere quando? Perché, siamo seri, non è che l’allontanamento dai bisogni dei ceti popolari sia cominciato con Renzi, vero? Lui ci ha messo quel di più di sfrontatezza, e irriverenza, e maleducazione, e provocazione che sono nella sua natura, e costituiscono il suo vero capitale, per chi apprezza il genere, e lo rendono odioso al resto del mondo, quello sano.
Auguri quindi, al PD e a tutti noi. Confidiamo come sempre nell’ottimismo della volontà, che prima o poi dovrà pur funzionare, santo cielo. E mettiamo a tacere quella voce stridula e petulante che ci ricorda che un ottimista, alla fine, è un pessimista male informato.

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