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Europa anno zero

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giovannini_annozero

[scusatelosfogo]
No, non ho nessuna competenza specifica per commentare il voto il Gran Bretagna.
Sono l’uomo della strada, quello che legge distrattamente i giornali, ascolta i discorsi sull’autobus, e soprattutto cerca di mettere insieme il pranzo con la cena, fra servizi sempre ridotti e prospettive sempre più fosche.
Ma in fondo non è così male, essere l’uomo della strada: permette di vedere cose elementari che altri, diversamente collocati, sembrano ignorare.
Permette di vedere che l’Europa, osservata da qui, è soltanto un insieme di signori azzimati e risoluti, che ti propinano ricette terribili, ma lo fanno sempre, sia chiaro, per il tuo bene: una tecnocrazia autoreferenziale, direbbero quelli che parlano bene.
E allora, visto da qui, non è tanto strano che a un certo punto non se ne possa più, e monti una rabbia che cerca solo capri espiatori su cui sfogarsi, e un manipolo di qualunquisti spregiudicati che le diano forma e parole d’ordine in cui riconoscersi.
Non è strano, e il libro che vedete sotto è uno dei tanti che lo racconta, con attenzione e competenza.
Ma, vista da qui, la scena davanti agli occhi è davvero preoccupante; di più, è spaventosa: se il futuro dell’Europa sarà solo una contrapposizione tra i profeti dell’austerity e quelli della frammentazione in piccole patrie egoiste e risentite, la catastrofe sarà comune, e anche rapida.
Ma è proprio questo, oggi, che abbiamo davanti: fra i due schieramenti in lotta manca una terza posizione, quella di un Europa diversa, capace di visione a lungo termine e di offrire una prospettiva per il futuro. Lo so che detto così fa quasi ridere, sembra il compitino di uno studente appena diligente, ma è difficile sfuggire a questa banalità.
Manca quella che, scusate il termine, una volta si sarebbe detta “la sinistra”: non quella che ritiene risolto il suo ruolo nell’elencare pedantemente i mali del mondo, e nemmeno quella che da trent’anni è talmente impegnata a dimenticare sé stessa da essere diventata un pilastro di sostegno delle élite imperanti.
Semplicemente, quella sinistra che pensa che il mondo vada guardato dalla parte di chi sta in basso, di chi patisce le ingiustizie e le disuguaglianze, di chi avrebbe bisogno non di antipolitica, ma di tanta buona politica, perchè la politica è l’unico strumento di chi non ha potere, ieri come oggi.
Di quella sinistra che potrebbe far venire voglia anche a uno attempato come me di perdere un po’ di tempo, per dare una mano, per pensare un futuro, per non rinunciare a quanto di buono hanno fatto quelli venuti prima di noi.

giovannini_annozero

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